PERCHE’ L’ITALIA HI TECH NON DECOLLA – GUARDA LA PUNTATA DI #TRUENUMBERS DEDICATA ALL’INNOVAZIONE
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Perchè Malta con MALTAway
perchè Malta attira capitale e cervelli e Italia li perde?
paese stabile e sicuro, non si cambiamo le regole e i benefits e i vantaggi fiscali sono per sempre
paese pro-business imprenditivo con scarsa presenza di imprenditori solo abili ad essere prenditori verso ogni stakeholders
la PA si presenta con nome cognome telefono e email, se scrivono una cosa per il tuo progetto … quella è legge
gli innovatori hanno le infrastrutture, il mood sociale e le persone necessarie per realizzare i risultati
Malta è in mezzo al Mediterraneo e al centro dell’attenzione del mondo
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GLI SGRAVI CONCESSI DALLE LEGGE DEL 2012 SCADONO A FINE ANNO. SONO DA RINNOVARE? NON È DETTO…
Era una sensazione comune, soprattutto tra chi è nel settore, ma ora un paper della Banca d’Italia lo certifica in modo scientifico: le start up innovative, per intenderci quelle che rientrano nei termini della legge del 2012 per gli incentivi statali (benefici fiscali, credito garantito dallo Stato a zero interessi, più flessibilità nelle assunzioni, ecc…), hanno caratteristiche estremamente peculiari, in generale hanno asset soprattutto intangibili, come il Know How specifico del fondatore, ma perlomeno all’inizio faticano a decollare, le vendite si fanno attendere, e così le grandi cifre di fatturato.
Cos’hanno di diverso
Le diversità non sono solo evidenti rispetto alle aziende tradizionali, ma anche rispetto alle start up, pur del settore hi tech, che non presentano quelle condizioni di innovazione richieste dalle legge del 2012, come per esempio il possesso di brevetti, o un spesa del 15% del valore di produzione in ricerca e sviluppo, o la presenza di un terzo dei dipendenti con un dottorato o un’esperienza di ricerca, e altro ancora.
La liquidità, ad esempio: indispensabile per gli investimenti iniziali, caratterizza queste start up, più delle altre, con il 24,3% del patrimonio totale contro il 19,3%.
La differenza maggiore è però nel capitale intangibile, ovvero il know how, che costituisce ben il 77,4% del capitale fisso contro il 48,1% per le start up più “tradizionali” e contro anche il 58,9% di quelle tradizionali ma hi tech, come si vede nella tabella interattiva sopra.
Come conseguenza della presenza sopra la media di liquidità, oltre che di equity, vi sono più investimenti, praticamente il doppio, nelle start up innovative rispetto alle altre, il 22,1% del patrimonio totale contro il 10,1% delle altre start up e l’11,4% di quelle Hi Tech
Il problema è vendere
Una conseguenza inevitabile di questa struttura aziendale è però che la fase delle vendite e della fatturazione avviene in ritardo. Il fatturato è in media meno della metà rispetto a quello di altre start up, 165 mila euro contro 459 mila, ed è minore, anche se con uno scarto inferiore, pure di quello delle altre start up tecnologiche.
La maggiore complessità del prodotto di queste aziende a maggiore grado di innovazione, che richiedono un periodo di rodaggio certamente più elevato, essendoci una lunga fase di sviluppo e sperimentazione da considerare, spiega facilmente il ritardo nella fatturazione e le minori vendite.
Legge efficace, ma non sempre
Ciò che si evince è che la legge del 2012 è stata efficace soprattutto nel garantire maggior credito bancario e, di conseguenza, più investimenti e una maggiore capitalizzazione di quella presente prima del 2012 per le start up più innovative rispetto alle altre, solamente però nelle aziende di servizi. Nel campo manifatturiero non sembrano esserci stati particolari beneficiaggiuntivi della legge, e questo è particolarmente negativo perché l’industria è allo stesso tempo uno dei motori dell’economia italiana (rimaniamo di poco il secondo Paese produttore europeo dopo la Germania) e il settore che più ha sofferto la crisi dopo le costruzioni.
PERCHE’ L’ITALIA HI TECH NON DECOLLA – GUARDA LA PUNTATA DI #TRUENUMBERS DEDICATA ALL’INNOVAZIONE
Il passaggio successivo è però l’ingrandimento delle start up, che sono in maggioranza micro-aziende, del resto quello delle dimensioni è un problema che colpisce tutto il tessuto industriale italiano. Il problema è che gli incentivi sono previsti finire nel 2016, e l’economia italiana ha più che mai fame di investimenti e innovazione.
I dati si riferiscono al: 2015
Fonte: Banca d’Italia